Interpretazione dei sogni

ecco di seguito il racconto di un sogno di una persona anonima a cui ho chiesto il consenso di pubblicare…

Ero in auto, in un paese della provincia di Napoli, probabilmente Afragola. Cercavo di tornare a casa, ma avevo bisogno di un taxi. Disperato, finalmente ne vedo uno guidato da una donna, che però si stava allontanando. Quando ormai pensavo che sarebbe sparito, ho notato che faceva un’inversione a U e si fermava. Mi sono messo a correre verso di lei e le ho chiesto se poteva accompagnarmi. Dopo qualche tentennamento, la taxista ha accettato, ma c’era un problema: non sapevo dove parcheggiare la mia auto, che peraltro non era nemmeno mia, ma mi era stata prestata.

Ho proposto alla taxista di prendere l’auto, raggiungerla e seguirla fino a quando non avessimo trovato un posto per lasciarla. Sono salito in macchina e ho messo in moto, ma proprio in quel momento un enorme camion con una gru si è interposto tra la mia auto e il taxi, impedendomi di raggiungerlo. Il taxi se n’è andato, lasciandomi angosciato e bloccato dietro quel camion che procedeva lentamente.

Mi sono ritrovato poi in un enorme capannone, a bordo di quel camion, costretto a sollevare da terra grossi e pesanti cancelli di ferro. Non avendo esperienza, ho iniziato a fare delle prove per capire come funzionasse il braccio della gru. Nel capannone c’erano anche due giovani e un bambino, che da terra cercavano di spostare quei pesi. A un certo punto, mentre cercavo di manovrare, uno di quei cancelli ha rischiato di schiacciare il bambino. Per fortuna, il piccolo non si è fatto quasi nulla.

A quel punto, ho deciso di non manovrare più la gru dalla cabina del camion, a causa della scarsa visibilità. Sono sceso e ho provato a pilotare la gru da terra, usando dei pulsanti. Tuttavia, non riuscivo a capire quale fosse la funzione di ciascun pulsante, così ho cominciato a fare tentativi. Per provare un comando che si trovava in un punto poco visibile, mi sono sdraiato sotto il braccio della gru e ho premuto il pulsante. Non l’avessi mai fatto: tutto il braccio ha iniziato ad abbassarsi su di me, schiacciandomi il petto. Ho iniziato a gridare aiuto, e i due giovani sono accorsi, riuscendo a tirarmi fuori all’ultimo momento.

Dopo questa esperienza, abbiamo deciso di telefonare al committente del lavoro: era impensabile che un compito così pericoloso potesse essere affidato persino a un bambino. Mentre cercavamo di chiamarlo, abbiamo sentito degli spari provenire da una strada vicina. Poco dopo, abbiamo visto dei ragazzi che correvano, inseguiti da un uomo armato di pistola.

Eravamo seduti su un cornicione quando, da un portone sotto di noi, è uscito quell’uomo armato. Si guardava intorno, senza accorgersi della nostra presenza. Io, intanto, pensavo all’auto che avevo lasciato chissà dove. Mi chiedevo se la polizia, trovandola, sarebbe riuscita a restituirla al proprietario.

L’uomo armato ci ha poi notati e ha iniziato a minacciarci. In quel momento ho pensato che fosse la fine. Preso da un’angoscia insopportabile, mi sono improvvisamente svegliato nel mio letto. Ho tirato un lungo sospiro di sollievo, sollevato dal fatto che fosse stato solo un incubo.