LA VIA DELLE ARTI MARZIALI

…La Via delle Arti Marziali

Diverse sono le ragioni che spingono una persona a praticare un’Arte Marziale e diversi sono gli obbiettivi cosicché, conseguentemente, diversi saranno i percorsi di studio sul piano fisico.

Chi ha scelto la via dell’agonismo ad esempio dovrà sottoporsi ad un allenamento di tipo atletico certamente diverso da chi pratica senza voler competere in una gara (ammesso che l’A.M. scelta preveda delle gare), chi fa parte di un corpo speciale d’assalto ad esempio seguirà una strada diversa, i suoi studi non si soffermeranno su tecniche coreografiche che ai fini pratici non hanno un senso (sappiate che in realtà anche dietro tecniche che appaiono inapplicabili in situazioni reali c’è un senso profondo) bensì si focalizzeranno su tecniche derivate di semplice e veloce esecuzione con finalizzazioni spesso violente.. a volte letali!

C’è inoltre chi si avvicina alle a queste discipline per avere dei mezzi di difesa in un mondo sempre più dominato dalla violenza e c’è persino chi vuole trovare in esse un complemento alla propria indole violenta(utilizzare le tecniche apprese per procurare danno al vostro prossimo vi accorgerete che la loro efficacia non sarà quella che vi aspettavate… nel momento in cui una tecnica di difesa diventerà di attacco perderà il suo spirito ed anche la sua efficacia).

Da ciò che è stato detto sembrerebbe che non vi è una sola “Via” delle arti marziali ma una per ogni obbiettivo… ed è forse vero sul piano fisico, e su quello mentale-spirituale?

Ebbene, sul piano spirituale le vie sono diverse, ma è l’obbiettivo che diventa unico.

La vera Via sta nel raggiungimento della conoscenza di se dei propri limiti, limiti che peraltro andranno sempre rivisti e possibilmente spostati, Lao Tzu nel suo libro di saggezza, il Tao The Ching dice: Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce sé stesso è illuminato.

Chi vince gli altri è potente, chi vince sé stesso è forte.

La vera Via è quella che conduce verso l’interno di se ad esplorare le proprie energie sottili, a conoscerle a saperle gestire, cosa è questa energia sottile?

Quella che gli “addetti ai lavori” conoscono sotto il nome di KI (per i giapponesi) o Chi (per i cinesi).

Cos’è il KI? Probabilmente se andate in Giappone e chiedete cosa sia tutti diranno di sapere cos’è ma nessuno saprà spiegarvelo a parole.

Non voglio dare anche io un contributo inutile per cercare di spiegare ciò che ognuno ha già in se e deve solo scoprire, magari potrei consigliarvi di leggere qualche libro in proposito o di vedere qualche video del Grande Maestro Ueshiba che spesso in alcune dimostrazioni invitava alcuni suoi allievi (4-5 contemporaneamente) a provare ad abbassare un suo braccio teso; potrei inoltre invitarvi a fare delle riflessioni sulla natura umana e dire in maniera banale che la differenza tra un essere umano ed una albero sta nella legge universale che regola la materia ma non nella materia stessa per cui per negli esseri umani gli atomi si sono disposti in maniera tale da creare un essere complesso in grado di compiere azioni fisiche e psichiche laddove nell’albero ciò non accade… eppure entrambe siamo fatti di atomi, ma qui entriamo in un discorso che ci porta su un piano diverso da quello fisico-tangibile, diciamo solo che come esiste una energia personale (KI) esiste una energia cosmica che interagisce con noi e col tutto.

La Via Della Cedevolezza

Il Jujitsu è l’arte della cedevolezza, qualcuno la chiama arte gentile, personalmente non sono molto d’accordo sull’uso di questo aggettivo perché è un tantino fuorviante, ma in cosa consiste la cedevolezza e quale è il suo campo di applicabilità?

…ma cerchiamo di spendere qualche parola sul concetto di cedevolezza… un altro passo del Tao The Ching di Lao Tzu (cp. 78) recita: Non c’è nulla al mondo di più molle e debole dell’acqua,eppure nell’attaccare ciò che è duro e forte nulla può superarla. Che il debole vince il forte, e il morbido vince il duro,

nessuno al mondo lo ignora ma nessuno sa metterlo in pratica…

La cedevolezza consiste nella capacità di adattarsi ad un ipotetico avversario in un ipotetico contesto, proprio come l’acqua si adatta al letto di un fiume in cui scorre, assecondare, cedere alla forza dell’avversario per appropriarsi della sua energia ed usarla infine contro egli stesso.

Il mito della forza è un falso mito nel mondo degli esseri umani, sarebbe ben triste cosa pensare che una persona esile debba per legge di natura soccombere scontrandosi con una persona la cui mole fisica sia superiore.

Ma non pensiamo esclusivamente ad un combattimento, anzi pensiamoci il meno possibile, e proviamo a vedere il concetto della cedevolezza in maniera più ampia.

Ci accorgeremo ben presto che il Jujitsu e (qualsiasi arte marziale basata sul concetto della cedevolezza) ci potranno aiutare nel cammino della vita, affrontare le avversità, gli ostacoli della vita applicando questo sublime concetto è cosa difficile ma altrettanto proficua, il grande filosofo Seneca non diceva forse <<no virus malu potest… all’uomo virtuoso nulla di male può accadere, egli saprà trarre beneficio da ogni situazione negativa>>, tanto più in basso cadrete tanto più grande sarà la vostra risalita.

Siate dunque come l’acqua che scorre nella terra assumendone le forme, che si apre allo scoglio con umiltà e ne leviga le pareti, che si lascia attraversare dal passo dell’uomo e dell’animale, siate docili e umili come l’acquasolo allora, come l’acqua, saprete scatenare l’uragano che spazza via intere città.

(Sandro Folco)